La malnutrizione nell’anziano: un problema invisibile
In questo articolo parleremo di:
Malnutrizione nell’anziano e invecchiamento
La malnutrizione nell’anziano è sotto gli occhi di tutti ma non si nota perché pensiamo sia normale vederlo magro, emaciato, un po’ traballante, che si muove poco: è l’età, pensiamo, e non ci preoccupiamo più di tanto.
Ma è veramente così? Davvero il declino fisico e mentale portano ad essere così magri e fragili o non è piuttosto un’alimentazione inadeguata a causare una rapida involuzione e indebolimento?
Se un anziano dice di nutrirsi di pastina, formaggio molle e prosciutto cotto non ci allarmiamo, ma invece dovremmo chiederci se davvero sono sufficienti a sostenere una persona che è in una fase dell’età in cui cambiano radicalmente i fabbisogni di nutrienti.
In realtà la nutrizione è determinante per il benessere e la buona salute della persona: non è la vecchiaia che fa mangiare peggio, ma è un’alimentazione inadeguata che fa invecchiare più rapidamente.
E i dati lo dimostrano: almeno un anziano su tre soffre di malnutrizione calorico-proteica.
Cioè, segue una dieta con poche calorie, quindi poco energetica, e poche proteine, e quindi che gradualmente indebolisce le struttura corporea.
I cambiamenti dell’età
Cerchiamo innanzi tutto di definire l’età dell’anziano a rischio.
Si ritiene che la vecchiaia inizi con l’ingresso nella terza età, dopo i 65 anni, ma in realtà oggi molte persone di questa leva sono ancora pienamente attive e in forma.
Molto più critica è la fase detta quarta età, dopo i 75 anni, in cui i cambiamenti iniziati dieci anni prima cominciano a pesare.
I cambiamenti fisiologici nell’anziano
Ci sono alcune modifiche naturali, che non dipendono da errori dietetici ma insorgono col passare degli anni:
- Diminuzione della massa muscolare, con perdita fino al 40% (sarcopenia).
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- Perdita dell’acqua corporea totale, fino a quasi – 20%, cioè un quinto in meno.
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- Perdita della massa ossea, comjune nelle donne post menopausa ma normale anche nell’uomo.
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- Malassorbimento del cibo: col tempo diminuisce la capacità di assorbire le sostanze nutritive degli alimenti.
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- A volte modifiche dell’appetito, con alterata regolazione dei segnali di fame/sazietà che portano a un’alimentazione disordinata negli orari e nelle quantità.
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Queste modifiche compromettono spesso alcune capacità, ad esempio l’autonomia motoria.
Pensiamo infatti a come l’indebolimento delle ossa, struttura portante dell’organismo, associato alla perdita di massa muscolare rendano difficoltosi e faticosi i movimenti, oppure facilitino la perdita di equilibrio e cadute, con conseguenze immaginabili.
La frattura del femore o delle ossa di mani e braccia sono episodi purtroppo frequenti, da cui spesso è difficile riprendersi.
Un altro tema legato alla nutrizione è il declino cognitivo, con perdita di memoria, disorientamento, difficoltà di comunicazione congli altri, cambiamento di personalità.
Le cause della malnutrizione
Oltre ai cambiamenti fisiologici citati, ce ne sono altri, fisici, medici e sociali che entrano in gioco:
Tra le cause fisiche e mediche troviamo:
- Problemi di masticazione, a causa di dentizione mancante o sostituita da protesi dentali.
. - Scarsa salivazione.
. - Problemi di deglutizione (disfagia).
. - Depressione e conseguente inappetenza.
. - Involuzione cognitiva: la perdita graduale delle facoltà mentali, come ad esempio il senso del tempo e la memoria di fatti e gesti recenti (pasti compresi), è un rischio di malnutrizione molto diffuso.
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Tra le cause sociali ricordiamo:
- Solitudine: chi è rimasto solo in casa di norma è più trascurato.
- Difficoltà economiche.
- Isolamento sociale, causato da diversi fattori e non ultimo dalla difficoltà a seguire le modalità digitali di accesso a servizi essenziali, anche sanitari.
La dieta ideale e quella reale
Siamo arrivati al punto chiave, che è la domanda da cui siamo partiti: è la vecchiaia che porta a magrezza e astenia, e quindi a un minor fabbisogno di nutrienti, o è un’alimentazione inadeguata che rende sempre più inabile la persona?
Cominciamo col definire cos’è un’alimentazione adeguata per l’anziano, che è di solito quella mediterranea, basata sul consumo regolare di frutta e verdura in abbondanza, una base calorica di cereali, meglio se integrali, una presenza di proteine con alternanza di quelle animali (carni bianche, uova, latticini, pesce) con quelle vegetali (legumi), una forte riduzione di carni rosse, insaccati, grassi animali, sale.
Si tratta quindi di una dieta estremamente varia che però presuppone una capacità organizzativa, un’autonomia motoria per fare la spesa e cucinare, un interesse a prendersi cura di sé e non ultimo una possibilità economica che spesso sono carenti nell’anziano.
E quindi di frequente la dieta reale è a base di latte, biscotti, minestrine, riso, formaggi morbidi, poca carne, raramente pesce, con una scarsa varietà e quantità insufficienti, anche per la monotonia dei piatti che non stimolano l’appetito.
Le conseguenze di una dieta povera
Un’alimentazione di questo genere manca di molti nutrienti essenziali, e oltre alle vitamine e ai sali minerali di frutta e verdura c’è una forte carenza proteica, quando invece la progressiva perdita di massa magra richiederebbe un aumento di proteine ricche di aminoacidi essenziali e ad alto valore biologico.
Come conseguenza, si ha una progressiva involuzione fisica che finisce poi per colpire anche le capacità cognitive e relazionali:
- Perdita di peso
- Atrofia muscolare e riduzione della forza
- Difficoltà motorie e di mantenimento dell’equilibrio
- Diminuzione delle difese immunitarie
- Diminuzione dell’efficienza cardiaca e respiratoria
- Pelle sottile e maggiore difficoltà nella guarigione di ferite anche piccole
- Declino cognitivo e mentale
- Maggiore sensibilità agli sbalzi di temperatura
- Apatia
Un quadro quindi molto grave che però data la sua progressività e lenta insorgenza spesso diventa visibile solo quando ormai è praticamente irreversibile.
Pastina e omogeneizzato? No grazie
Una credenza dura a morire è che per l’anziano il pasto ideale sia pastina e omogeneizzato, dove i carboidrati della pasta e la carne del vasetto creano apparentemente una pietanza completa.
Non è così, prima di tutto perché la carne nell’omogeneizzato è molto poca: di solito è circa metà dell’intero contenuto, con il resto costituito da acqua di cottura senza alcun valore nutrizionale.
Inoltre unita alla pastina crea un…pastone che tende a saziare rapidamente, ma in cui anche i carboidrati sono scarsi e dispersi in tanto liquido, il brodo; vitamine e minerali poi sono praticamente assenti.
Abbiamo quindi un pasto che sazia rapidamente ma è molto poco nutriente, anche se a prima vista sembra molto ricco e completo.
Il risultato è che spesso il piatto rimane mezzo pieno, la persona rifiuta altro cibo, alla fine ha mangiato pochissimo e in maniera poco equilibrata.
Un altro pasto tipico, spesso serale, è il latte con i biscotti, che una volta ogni tanto si può fare, ma che come abitudine è decisamente scarso di proteine e vitamine.
Queste pietanze così povere sono poco elaborate e portano anche a una perdita della cura di sé stessi; al contrario, l’abitudine di strutturare un pasto anche semplice ma con vari alimenti impone ragionamento, organizzazione ed esecuzione che contribuiscono al mantenimento di un’autonomia anche mentale.
I segni premonitori della malnutrizione
Ci sono alcuni segni che ci fanno capire dove sta andando la persona, e quelli che elenchiamo sono semplici e facili da
scoprire anche per chi non è medico.
Basta fare le domande giuste, tenendo conto che quelle troppo dirette o con un tono da interrogatorio possono ottenere risposte false: molti anziani infatti mentono per non essere ripresi o non dover ammettere comportamenti poco corretti.
Anche alcune misure biometriche sono indicative, ricordando comunque che questi dati vanno valutati e interpretati da un geriatra o dal curante.
Alcune domande sono ispirate da un questionario usato dai medici specialisti in nutrizione e geriatria, il Multi Nutritional Assessment MNA.
Domande sulla dieta
Cercare d’indagare in maniera semplice, distesa e colloquiale su cosa l’anziano mangia abitualmente è una prima mossa, senza intervenire subito per correggere la dieta in modo da non insospettire la persona o farla mentire.
Raccogliere le risposte e valutarle con un medico è un primo modo per capire qual è la dieta abituale.
Un metodo utile potrebbe essere accompagnarlo a fare la spesa, senza interferire sulle scelte, in modo da capire cosa mette nel carrello; se poi lo si riaccompagna a casa e si aiuta a svuotare i sacchetti si potrà dare un’occhiata a frigo e dispensa senza creare sospetti.
Le informazioni utili che dovresti raccogliere sono:
- Se fa tre pasti regolari al giorno
- Se c’è un buon apporto proteico (carne, pesce, uova, latticini, legumi)
- Se la dieta è ricca di frutta e verdura
- Se beve a sufficienza
Non abbiamo parlato molto d’idratazione, ma è importante che beva molto, contando qualsiasi liquido: acqua, the, caffè, succhi di frutta.
La disidratazione nell’anziano infatti è una situazione estremamente comune.
Peso, misure biometriche, albumina
Far salire una persona sulla bilancia può essere una lotta inutile, mentre vedere se gli abiti cominciano a stare larghi è un segnale impreciso ma comunque indicativo.
Se i pantaloni sono flosci, se la cintura è larga, se la taglia è diminuita è chiaro che si è perso peso.
Certamente con un peso preciso e una misura dell’altezza attendibile si potrebbe calcolare l’indice di massa corporea BMI o IMC, che è una misura attendibile della correttezza del peso in rapporto alla struttura corporea.
Un BMI inferiore a 19 è un segno di marcata denutrizione, ma anche valori tra 19 e 21 non vanno trascurati.
Un’altra misura biometrica indicativa è la circonferenza del polpaccio nel punto più largo, il cui valore limite è 31 cm; al di sotto o vicino a questa misura bisogna prendere provvedimenti, sempre consultando il medico o il geriatra.
Un indicatore importante poi si ricava dagli esami del sangue, dove un basso livello di albumina è spesso associato alla malnutrizione (ma, attenzione, anche ad altre sindromi: di nuovo serve la guida del medico).
Come intervenire e correggere la dieta
Ribadiamo la necessità di evitare il fai-da-te: si deve far valutare la situazione da un medico.
Tuttavia, una prima mossa che si può fare senza sbagliare è stare più vicino all’anziano, specie se solo: si tratta di un intervento che aiuta anche a frenare il declino cognitivo e intellettivo che l’isolamento accentua.
Se poi ci sono dei nipoti in età scolare il vantaggio è doppio, perché l’anziano è motivato a prendersene cura e a preparare un pasto più adeguato per tutti e intanto i bambini passano il tempo con una figura importante per il loro sviluppo.
Improbabile invece che fargli la spesa con alimenti più sani ma che non è abituato a mangiare porti a delle modifiche alimentari: gli anziani sono molto abitudinari e raramente accettano di buon grado le imposizioni.
Se l’anziano è parzialmente o totalmente insufficiente e accudito da una badante è importante coinvolgerla nel piano alimentare, correggendo quell’abitudine a fare pastoni con omogeneizzati e simili ancora molto diffusa.
Sarebbe comunque sempre indispensabile rivolgersi a una nutrizionista specializzata in geriatria, ed è un peccato che questa figura non sia quasi mai considerata: investire in una nutrizione ben calibrata farebbe risparmiare molti interventi medici e farmacologici causati da malattie legate alla malnutrizione.
Integratori e anziani
Carenze vitaminiche nell’anziano
Molto spesso s’interviene sull’anziano con integratori vitaminici per dargli energia e vitalità.
In genere però tali prodotti non forniscono un apporto calorico e proteico, indispensabile per correggere la malnutrizione; inoltre, una dieta ricca e variata è una soluzione migliore per evitare carenze vitaminiche.
Rimane il fatto che l’anziano ha di norma carenza di:
- Vitamina D, indispensabile per il metabolismo osseo
- Molto spesso di vitamine A ed E, soprattutto se in terapia con farmaci ipolipemizzanti contro il colesterolo
- Acido Folico e ferro, responsabili dell’anemia che si riscontra frequentemente
- Vitamine del gruppo B: Vitamina B1 (tiamina), B6 (piridossina), vitamina B12 (cianocobalamina), coinvolte in vari meccanismi biologici, protettivi contro neuropatie e si ritiene anche da disturbi della memoria e cognitivi
L’integrazione vitaminica quindi non è di per sé errata, anche se come già detto non può correggere una malnutrizione da carenza di calorie e proteine.
Integratori proteici negli anziani
Considerata la naturale perdita di massa magra che inizia dopo i 50 anni e si accentua sempre più con l’età, la supplementazione proteica è da prendere in seria considerazione per rallentare la sarcopenia.
Le fonti proteiche di questi integratori derivano quasi sempre da proteine del latte, di solito con contenuti trascurabili di lattosio, cosa che
previene effetti sull’intestino.
Poco utilizzati, purtroppo, ma di grande utilità sono gli integratori di aminoacidi essenziali, quegli aminoacidi cioè che il nostro organismo non sa “costruire” da solo e deve assolutamente ricavare dalla dieta.
Sono prodotti con un apporto di calorie ridotte ma ricchissimi di aminoacidi importanti per le forza muscolare, in particolare quelli ramificati Leucina, Isoleucina e Valina che sono i principali componenti delle fibre muscolari.
L’uso però è raro e limitato di solito alla convalescenza dopo interventi e malattie, per rimettersi in forze; la nostra opinione è che un uso più diffuso dovrebbe essere valutato anche a livello preventivo per arginare la perdita di forza muscolare.
Più noti e richiesti sono gli integratori nutrizionali bilanciati di proteine e carboidrati, fonte di una buona supplementazione calorico-proteica.
Le confezioni più comuni sono:
- Mini bevande proteiche già pronte in vari gusti, di solito addizionate di vitamine e minerali
- Polveri proteiche da sciogliere in acqua o latte
- Budini proteici, nati per la disfagia (difficoltà a deglutire) ma molto gradevoli e utilizzabili come un dessert nutriente
E’ importante tuttavia inserirli in un’alimentazione normale, senza pretendere che sostituiscano il cibo, per mantenere l’abitudine a pasti normali e cadenzati nell’arco della giornata e perché comunque la sostituzione completa di un pasto richiede prodotti diversi.
Da noi trovi un settore con moltissimi alimenti ricchi di calorie e proteine, adatti ad anziani anche con problemi di deglutizione.
L’anziano non va lasciato solo
Per concludere, ricordiamo che vitamine e integratori non curano la solitudine e l’isolamento, che causano un progressivo declino fisico e mentale.
Certamente è impegnativo prendersene cura, ma è importante trovare il tempo per farlo e coinvolgere altre persone per avere un po’ di supporto.
Una telefonata, una visita, un pranzo domenicale in compagnia sono per l’anziano un momento che lo riporta in un mondo di contatti e affetti che sono la prima medicina per curare l’invecchiamento.
Bibliografia
AA.VV. Elementi di scienza dell’alimentazione ed Plasmon D.A.
What is the MNA®? | MNA Elderly (mna-elderly.com)
Articolo scritto il 24 luglio 2022 dal Dr. Gabriele Nobili
Farmacia Nobili di Cavaria (Va)
Siamo una farmacia vicino a Varese e Gallarate, vicina anche a Jerago, Cassano Magnago, Solbiate Arno, Oggiona con Santo Stefano.
Siamo lungo la Strada Statale Varesina, di fronte alla Stazione ferroviaria di Cavaria e a due minuti dall’uscita di Cavaria dell’autostrada A8, senza pedaggio per chi viene da Varese.
Parcheggio in strada, accessibile anche ai disabili, o alla stazione di Cavaria.
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