Intestino irritabile: i rimedi naturali

Intestino irritabile: un aiuto da fibre, prebiotici e dieta

La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS, colon irritabile) è un disturbo gastrointestinale sempre più diffuso, a volte genericamente chiamato colite.

In Italia l’IBS colpisce circa il 15% della popolazione, con una netta prevalenza nelle donne e un esordio tra i 20 e i 30 anni​.

L’IBS non provoca lesioni gravi o danni irreversibili agli organi e non mette in pericolo la vita, però incide in maniera importante sulle attività quotidiane e sulle relazioni con gli altri:

  • È una delle principali cause di assenze dal lavoro, seconda solo all’influenza.
  • Ha seri effetti psicologici ed emotivi, con un aumento di ansia e depressione.
  • Può portare ad isolarsi, in quanto chi è colpito riduce la vita sociale ed esce meno di frequente per paura di avere disturbi improvvisi fuori casa.
  • Spinge a modificare, spesso però senza un razionale che abbia basi scientifiche, le abitudini alimentari, con possibile impatto negativo sulla dieta.

 

Negli ultimi anni, molte ricerche hanno mostrato un legame tra assunzione di fibre, correzione della disbiosi intestinale, riduzione dell’infiammazione di basso grado e miglioramento dei sintomi.

I sintomi dell’intestino irritabile (IBS)

Chi soffre di colon irritabile ha sintomi che sono sempre presenti in maniera più o meno acuta, con andamento irregolare e che spesso peggiorano repentinamente.

I principali rientrano tra le cosiddette irregolarità dell’alvo, cioè da un’alternanza di episodi di stitichezza (IBS tipo C) e diarrea (IBS-D), con una forma mista (IBS-M) che combina entrambi i sintomi.

  • Diarrea (IBS-D) → Episodi improvvisi e frequenti, spesso associati a urgenza evacuativa e crampi addominali.
    Può impattare in maniera pesante sul lavoro e su qualsiasi impegno fuori casa, anche viaggi o attività sociali.
  • Stitichezza (IBS-C) → Difficoltà nell’evacuazione, feci dure e sotto forma di palline (feci caprine), sensazione di incompleto svuotamento intestinale.
    Spesso si accompagna a gonfiore e dolore addominale persistente.
  • Meteorismo e gonfiore → E’ frequente l’aumento dei gas intestinali, con distensione addominale dolorosa e anche imbarazzante in contesti sociali​.

 

Questi sintomi peggiorano la qualità della vita, e portano molti pazienti a modificare le proprie abitudini:

  • Limitazioni nell’alimentazione per paura di scatenare i sintomi.
  • Minori uscite di casa e partecipazione a eventi sociali a causa dell’imprevedibilità dei disturbi intestinali.
  • Difficoltà nel lavoro per la necessità di frequenti pause per andare in bagno​.

 

Il legame cervello-intestino: il ruolo dell’emotività

L’IBS è strettamente legata allo stress e alle emozioni: il sistema nervoso enterico (l’insieme di neuroni che regolano l’intestino) è collegato direttamente al cervello attraverso l’asse intestino-cervello, e molte degli episodi acuti hanno un’origine neurogena.

Ansia e stress peggiorano i sintomi, con un aumento del dolore addominale e le irregolarità intestinali​.

Si ha inoltre un’ aumentata sensibilità viscerale, perché i pazienti con IBS percepiscono in modo amplificato le normali contrazioni intestinali, con maggiore sensazione di disagio​.

L’IBS inoltre può provocare depressione e isolamento sociale, con frustrazione, bassa autostima e riduzione delle attività sociali e lavorative, e ciò a sua volta influisce sull’intestino in una spirale che si autoalimenta.

Il trattamento dell’IBS dovrebbe quindi considerare non solo l’aspetto gastrointestinale, ma anche quello emotivo.

Alcuni studi evidenziano infatti l’utilità di antidepressivi ed ansiolitici che però, sia chiaro, vanno valutati e prescritti da uno specialista e non possono MAI essere richiesti in farmacia senza ricetta.

Sembrano anche utili attività che favoriscono l’equilibrio mentale come lo yoga, oltre al supporto psicologico quando necessario​.

Vale la pena di ricordare che alcune fonti sottolineano l’attività ansiolitica e antispastica della passiflora nell’IBS, che potrebbe rappresentare una risorsa naturale e sostanzialmente innocua in questi casi (fonte: Fabio Firenzuoli – Fitoterapia – Masson ed.).

IBS: il ruolo dell’infiammazione e del microbiota

Negli ultimi anni è emerso il ruolo dell’infiammazione di basso grado nell’insorgenza di molte malattie, ad esempio quelle metaboliche e cardiovascolari, ma in realtà l’elenco è molto più lungo e comprende l’IBS.

L’IBS è caratterizzata da un aumento della permeabilità intestinale, con un indebolimento della barriera epiteliale e un passaggio

Immagine della mucosa intestinale e dei microrganismi
Nell’intestino irritabile cambia la flora batterica

anomalo di antigeni che alimentano una risposta infiammatoria cronica​.

I pazienti con intestino irritabile presentano livelli elevati di citochine pro-infiammatorie e un numero elevato di mastcellule, con rilascio di istamina e serotonina, che amplificano la sensibilità viscerale​.

L’infiammazione e il deterioramento della mucosa intestinale deriva anche da un’alterazione della flora batterica (microbiota), sempre presente nell’IBS.

Si ha un peggioramento nella composizione del microbiota, con una crescita eccessiva di batteri pro-infiammatori come Firmicutes, Proteobatteri, Clostridi e una riduzione di ceppi benefici come i Bifidobacteria​.

In particolare si riducono anche i batteri intestinali produttori di butirrato, sostanza che ha un effetto antinfiammatorio, rafforza la barriera intestinale e migliora la motilità intestinale.

Anche qui quindi un circolo che si autoalimenta: mucosa intestinale più fragile, meno batteri buoni che lo proteggono, più infiammazione che peggiora lo stato dell’intestino.

Come si può intervenire per migliorare il colon irritabile

Sebbene non sia facile riportare tutto in equilibrio, gli obiettivi principali devono mirare a risolvere questi tre problemi: microbiota alterato, mucosa deteriorata, infiammazione.

 

Psillio: una fibra prebiotica essenziale per l’IBS

Lo psillio (Plantago ovata) è una fibra solubile naturale al centro di numerose ricerche che mostrano diverse azioni positive per l’organismo.

Per quanto riguarda l’intestino irritabile (IBS) sono importanti le proprietà prebiotiche, l’effetto sul transito intestinale e sull’infiammazione della mucosa.

Diversi studi ne hanno valutato l’efficacia , evidenziando una riduzione dei sintomi intestinali.

  • Regolarità intestinale: un miglioramento significativo della regolarità intestinale e della qualità delle evacuazioni.

    Immagine di pianta e polvere di psillio
    Lo psillio si è dimostrato utile nell’intestino irritabile
  • Effetto prebiotico: effetti positivi sulla composizione del microbiota, con un aumento di batteri benefici e un ambiente intestinale più equilibrato​.
  • Riduzione dell’infiammazione: è stata osservata una diminuzione della proteina C-reattiva (CRP) e delle citochine pro-infiammatorie.
  • Miglioramento della funzione intestinale: ha dimostrato di rafforzare la barriera intestinale e ridurre la permeabilità intestinale (leaky gut), un aspetto cruciale nella gestione dell’IBS​.

Questi dati confermano che lo psillio non è solo un regolatore del transito intestinale, ma un vero e proprio modulatore della salute intestinale, con effetti prebiotici e antinfiammatori documentati nei pazienti con IBS.

Va comunque sottolineato che non tutti i tipi di fibra sono adatti per l’intestino irritabile, e lo psillio è quello che è stato maggiormente studiato e ha dato risultati evidenti.

Probiotici nell’IBS: funzionano davvero?

Numerosi studi clinici randomizzati hanno valutato l’efficacia dei probiotici (comunemente e genericamente detti “fermenti lattici”) evidenziando benefici significativi su sintomi come dolore addominale, gonfiore e qualità della vita​.

È importante però specificare che non tutti i probiotici sono efficaci, e ad oggi le ricerche hanno mostrato l’utilità dei ceppi di Saccharomyces (in particolare per le forme con scariche diarroiche) e Bifidobacterium​ (indicati nelle forme di stitichezza).

Le azioni evidenziate sono:

  • Miglioramento globale dei sintomi: l’assunzione di probiotici riduce la persistenza dei sintomi dell’IBS.
  • Riduzione del dolore addominale: i probiotici hanno mostrato un effetto positivo sul dolore e fastidio intestinale.
  • Effetto sul gonfiore e distensione addominale: riduzione della sensazione di gonfiore, sebbene non tutti gli studi siano concordi su questo punto.

I probiotici rappresentano quindi un’opzione terapeutica promettente per il riequilibrio del microbiota intestinale, ma la scelta del ceppo giusto e della durata del trattamento è fondamentale.

Sia con i probiotici che con lo psillio la durata dell’assunzione deve essere di minimo due mesi.

Infiammazione di basso grado e dieta

L’intestino è un organo immunologicamente attivo, e nei pazienti con IBS si riscontra un aumento di citochine pro-infiammatorie (IL-6, IL-8, TNF-α) e una maggiore attivazione delle mastcellule, che amplificano la sensibilità viscerale e il dolore addominale​.

Come già descritto poi l’infiammazione cronica è associata a un’alterazione della barriera intestinale, che amplifica l’infiammazione già presente.

In genere chi soffre di IBS modifica la sua dieta andando per tentativi e spesso finisce per escludere alimenti che potrebebro al contrario migliorare la malattia, come quelli ricchi di fibre.

È inoltre dimostrato che la varietà dei batteri intestinali (microbiota) aumenta nelle diete variate e che includono diversi tipi di alimenti, e quindi una restrizione dietetica potrebbe paradossalmente impoverire la popolazione dei microrganismi buoni.

Alcune ricerche sembrano indicare una certa efficacia della dieta FODMAP, che però va impostata e seguita da uno specialista della nutrizione.

C’è anche un test specifico per l’infiammazione a bassa intensità, il Recaller test, che poi propone una dieta su misura per controllare l’infiammazione e che potrebbe essere utile nell’IBS.

Esiste peraltro uno studio (5) su questo tipo di test e dieta che ne comprova l’efficacia, ma è una ricerca fatta su un numero limitato di pazienti e quindi che andrebbe verificata con ulteriori rstudi e approfondimenti

Rimane il fatto che l’azione dietetica nell’IBS è fondamentale ma non può essere intrapresa autonomamente per il rischio di alterare l’alimentazione basandosi su sensazioni e credenze prive di reale utilità.

Non  esiste una “pillola magica” per l’IBS

L’IBS è una condizione complessa, che coinvolge l’intestino, il microbiota, l’ifiammazione e la sfera psichica ed emotiva, e per questo non esiste una cura facile con una pastiglia “magica”.

Le ricerche tuttavia indicano che un approccio combinato può migliorare significativamente la qualità della vita.

L’integrazione con psillio e probiotici specifici rappresenta una delle strategie più promettenti per riequilibrare la flora intestinale e ridurre l’infiammazione, ma bisogna intervenire anche sull’alimentazione, sicuramente con il supporto di uno specialista per evitare restrizioni alimentari inutili o controproducenti.

Importantissimo poi intervenire anche su stress e forme ansiose, e ribadiamo nuovamente l’importanza di attività sportive e pratiche come lo yoga per ridurre e “scaricare” la tensione nervosa.

Solo nei casi in cui la componente depressiva o emotiva diventano ingestibili è indispensabile rivolgersi a uno specialista che progetti un supporto psicologico, se necessario anche con l’uso di farmaci.

Bibliografia
  1. La sindrome del colon irritabile-simg.it
  2. A Review of Potential Health Benefits and Therapeutic Applications of Psyllium (Plantago ovata) Husk in Disease Management
  3. Psyllium Husk Positively Alters Gut Microbiota, Decreases Inflammation, and Has Bowel Regulatory Action (…)
  4. Efficacy and safety of probiotics in irritable bowel syndrome: A systematic review and meta-analysis
  5. Food-specific serum IgG and symptom reduction with a personalized, unrestricted-calorie diet of six weeks in Irritable Bowel Syndrome

Articolo scritto il 16 febbraio 2025 dal Dr. Gabriele Nobili


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