Reflusso gastroesofageo: quando hai bruciore allo stomaco…

Reflusso gastroesofageo: ne soffri anche tu?

Sensazione di peso, bruciore in mezzo al petto, rigurgito acido, fastidio in gola: capita anche a te? E cosa fai per stare meglio?

Forse usi antiacidi a caso, oppure prendi quelli che impropriamente vengono detti “protettori dello stomaco”, o provi con un cucchiaino di bicarbonato, ma poi dopo qualche giorno il problema si ripresenta.

Probabilmente soffri di GERD, cioè di reflusso gastroesofageo, un problema molto diffuso e che puoi tenere sotto controllo con un po’ di attenzione.

Ma come? E quali sono i farmaci più adatti?

Vediamoli insieme.

Un problema diffuso

Circa una persona su due soffre di acidità almeno una volta al mese, ma una frequenza così non ti deve preoccupare: basta una cena un po’ pesante, un  bicchiere di troppo o un momento di stress per provocarla.

La cosa cambia quando capita sempre una o due volte la settimana (come in circa tre persone su dieci), e ancora di più quando i problemi sono quotidiani, come in quasi due italiani ogni dieci.

I sintomi sono sempre gli stessi: forte acidità e bruciore di stomaco (pirosi gastrica) che crea un fastido e un dolore piuttosto alti, al centro del petto dietro lo sterno (pirosi retrosternale), accompagnata spesso da rigurgito.

La risalita del contenuto acido irrita l’esofago e spesso arriva fino in gola, provocando bruciore laringeo, raucedine e frequentemente anche tosse.

Proprio la tosse persistente e cronica è un sintomo frequente, e ovviamente non risponde ai comuni farmaci antitussivi perché nasce da un problema gastrico.

Più rari sono i disturbi di deglutizione come la disfagia, che rende difficile ingerire il cibo, e l’odinofagia, cioè dolore quando s’inghiotte qualcosa.

Il reflusso può capitare in ogni momento del giorno, ma è più frequente la sera e di notte quando si è a letto, perchè la posizione distesa facilita la risalita del contenuto acido dello stomaco.

Ma perché accade questo?

Le cause del reflusso gastroesofageo

Quando mangiamo qualcosa prima lo sminuzziamo con i denti formando il cosiddetto bolo alimentare, una pallina masticata e impregnata di saliva, poi lo inghiottiamo mandandolo nell’esofago, che è pratica un tubo che collega la bocca allo stomaco.

Lo stomaco produce i succhi gastrici acidi che attaccano il cibo e lo riducono in poltiglia, ma che sono irritanti anche per la parete dell’esofago.

Proprio per questo tra l’esofago e la bocca dello stomaco c’è lo sfintere esofageo inferiore, un anello muscolare che durante la digestione chiude il passaggio tra stomaco ed esofago e impedisce la risalita del

Immagine del reflusso dallo stomaco
Un immagine chiara che spiega il reflusso

contenuto.

Ma in alcune situazioni lo sfintere non funziona bene (ipotonia dello sfintere), oppure si rilascia quando non dovrebbe, o ancora la giunzione gastroesofagea tra stomaco ed esofago è alterata, come può accadere nell’ernia Jatale.

E così parte del materiale acido dello stomaco risale dando bruciore e irritazione, ma in che condizioni questo accade?

I fattori di rischio del reflusso

A parte situazioni particolari (malattie pregresse o malformazioni), gran parte dei casi di GERD originano da uno stile di vita poco sano, sebbene ci siano anche fattori che non possiamo modificare:

Fattori di rischio modificabili:

  • Obesità: il sovrappeso crea una pressione addominale che spesso favorisce il reflusso gastroesofageo
  • Fumo di sigaretta: c’è una forte correlazione con il reflusso, dipendente anche dal numero di sigarette giornaliere.
  • Alimentazione: il consumo eccessivo di caffè ed alcoolici peggiora il reflusso, ma anche alimenti come cioccolata, menta, cibi molto grassi, piccanti, bevande gassate.
    Le cene abbondanti, con vino o birra e piatti molto elaborati, causano frequentemente il reflusso di notte.
  • Uso improprio di farmaci: gli antinfiammatori utilizzati di frequente hanno un effetto lesivo a livello di stomaco ed esofago, diminuendone la resistenza agli acidi gastrici.
    C’è un forte abuso di questi farmaci detti FANS spesso a dosaggi elevati, come quelli di Oki buste e Brufen (farmaci che infatti richiedono sempre la ricetta medica).
  • Ansia, stress: il fattore emotivo può influire in maniera molto accentuata, soprattutto quando porta a mangiare in maniera disordinata, veloce, masticando poco e inghiottendo rapidamente.
    Anche litigi, discussioni continue, una vita frenetica in cui non si riescono a organizzare gli impegni in maniera ordinata e con i giusti tempi di pausa possono peggiorare il GERD.

Fattori di rischio non modificabili:

  • Ereditarietà e genetica: diversi studi dimostrano che la familiarità a malattie gastriche è un fattore predisponente.
  • Gravidanza: sia l’aumento del peso e della pressione a livello addominale che le variazioni ormonali, e in particolare la crescita del progesterone, alterano il tono dello sfintere gastroesofageo.
  • Sesso: sebbene alcuni studi sembrino dimostrare una prevalenza nel sesso maschile, è difficile capire quanto possa realmente incidere; d’altra parte le variazioni ormonali della menopausa possono spiegare perché il reflusso nelle donne è più frequente dopo i 50 anni.

Come curare il reflusso gastroesofageo

Molto spesso la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) è una forma cronica, cioè si ripresenta continuamente anche se si usano farmaci e si riducono le cattive abitudini che la peggiorano.

Per questo è importante agire sia a breve termine, quindi per ridurre in fretta i sintomi e stare subito meglio, che a lungo termine, analizzando col proprio medico la situazione per tenere sotto controllo gli aspetti più gravi come l’esofagite, l’ernia jatale, le erosioni della mucosa e il danno cronico alle cellule.

I farmaci senza ricetta

Per ridurre il fastidio e i sintomi improvvisi ci sono molti farmaci acquistabili senza ricetta, e i principali sono:

  • Antiacidi
  • Alginati
  • Procinetici
  • Inibitori di pompa protonica (IPP)

Nella descrizione delle varie classi faremo riferimento ad alcuni prodotti in vendita senza ricetta scelti arbitrariamente in base alla notorietà e diffusione.

Tuttavia tutti hanno controindicazioni, effetti collaterali e indicazioni d’uso molto precise che qui non riportiamo ma devono assolutamente essere lette sul foglietto illustrativo (o chieste al farmacista) e rigorosamente rispettate.

Il presente articolo non sostituisce una lettura attenta del foglietto illustrativo e non è un incentivo a un uso prolungato e senza controllo medico dei farmaci.

Questi farmaci non vanno mai usata nei bambini, salvo diversa indicazione del pediatra.

Antiacidi

Gli antiacidi neutralizzano l’acido dello stomaco e alzano il PH gastrico, e quindi riducono l’acidità e l’azione irritante del contenuto dello stomaco che risale nell’esofago.

Tuttavia il loro ruolo è indiretto, in quanto non bloccano o riducono gli episodi di reflusso e non limitano la quantità di materiale che refluisce dallo stomaco.

Sono però abbastanza efficaci nel ridurre rapidamente il senso di bruciore retrosternale e il dolore gastrico.

I componenti perincipali sono bicarbonato di sodio, carbonato di calcio e idrossido di alluminio o magnesio, che sono utili per un sollievo immediato ma non risolvono a lungo termine il problema.

In questa classe troviamo ta gli altri prodotti molto noti come Maalox antiacido, Maalox plus e Citrosodina.

Alginati

Sono farmaci di origine naturale, con un principio attivo derivato dalle alghe brune.

Una volta ingeriti formano nello stomaco una massa gelatinosa che agisce meccanicamente formando una barriera schiumosa che blocca la risalita del contenuto dello stomaco e forma uno strato protettivo sull’esofago.

L’azione quindi è diretta sul reflusso e dura diverse ore, fornendo una buona protezione senza alterare l’acidità dello stomaco.

I nomi commerciali più noti sono Gaviscon e Maaolox reflurapid (da non confondere con il Maalox Reflusso).

Procinetici

L’uso di questi farmaci è molto limitato, in quanto non agiscono sull’acidità e non bloccano la risalita acida.

Sono però efficaci nel velocizzare lo svuotamento gastrico e facilitare la digestione, e quindi si possono occasionalmente usare quando all’acidità si associa peso allo stomaco e digestione difficoltosa.

Hanno molti più effetti collaterali e controindicazioni di antiacidi e alginati e quindi, ancora una volta, una lettura attenta del foglietto illustrativo e un uso consapevole sono idispensabili.

Il farmaco più noto è il Geffer, che contiene metoclopramide.

Inibitori di pompa protonica (IPP)

Sono farmaci che agiscono direttamente sulla secrezione acida dello stomaco, e bloccano la pompa protonica che produce gli acidi gastrici.

Sono molto efficaci e la loro azione si prolunga per tutto il giorno, e quindi il momento migliore per prenderli è la mattina a colazione.

A differenza di antiacidi e alginati però sono meno indicati per un uso occasionale e di “emergenza” e in genere è opportuno almeno qualche giorno di assunzione continuativa (fare riferimento al foglietto illustrativo, anche per valutare con attenzione controindicazioni ed effetti collaterali).

Il prodotti più diffuso acquistabile senza ricetta è il Maalox reflusso, che contiene pantoprazolo.

Gli inibitori di pompa protonica sono tra i farmaci più utilizzati nel Mondo, e probabilmente tutti ne abbiamo usa scatola di altre marche, spesso prescritte dal medico con ricetta perché con dosaggi più elevati.

Sono però anche i farmaci usati più malamente, spesso presi a caso senza indicazione del medico o per periodi troppo lunghi; alcuni addirittura li definiscono “protettori dello stomaco”, termine molto sbagliato e che porta ad un uso troppo frequente e spesso non necessario.

Collegandoci a questo punto, torniamo a ricordare che i farmaci da banco servono a curare problemi transitori che però se si ripresentano con frequenza vanno discussi col medico.

E soprattutto qualsiasi farmaco che abbiamo in casa va usato seguendo attentamente le indicazioni del foglietto illustrativo.

Quando rivolgersi al medico

A meno che si tratti di un’acidità passeggera mai capitata prima, è bene informare sempre il medico di sintomi che si ripresentano continuamente.

La malattia da reflusso ha la tendenza a riapparire, anche dopo cure prolungate, e molti potrebbero continuare a curarsi da soli perché, come spesso ci dicono, “ormai conosco la malattia”.

Tuttavia a lungo termine possono presentarsi lesioni e modifiche alle cellule dell’esofago che richiedono un controllo specialistico.

In particolare possono presentarsi ulcere, esofagite erosiva, restringimenti dell’esofago (stenosi), modifiche delle cellule (esofago di Barrett, neoplasie).

E’ quindi importante informare il medico di qualsiasi peggioramento dei sintomi come intensità e frequenza, e dell’uso più intensivo di farmaci per contrastare il problema.

Le buone abitudini

Immagine di pasto ricco di grassi
I pasti grassi e abbondanti peggiorano i sintomi

Qualche piccola modifica dello stile di vita può essere di grande aiuto nel ridurre l’intensità e frequenza degli episodi.

  • Pasti: evitare di mangiare troppo a pranzo o cena, e piuttosto suddividere i pasti in cinque momenti: colazione, spuntino delle 11, pranzo, merenda leggera, cena.
    Ridurre l’assunzione di alcoolici, caffè, cibi molto grassi, bevande gassate o acide (ad esempio succhi di agrumi).
  • Sovrappeso: la riduzione del peso porta spesso alla riduzione dei sintomi.
  • Sonno e pisolini: l’abitudine a distendersi subito dopo i pasti facilita il reflusso acido dallo stomaco.
  • Stress: ridurre le situazioni stressanti sembra impossibile, ma in realtà a volte basta qualche accorgimento.
    Distribuire gli impegni durante la giornata e la settimana in modo da non correre sempre, trovare il tempo per mangiare con calma, evitare le discussioni inutili, ritagliarsi momenti di pausa e fare anche un po’ di attività fisica sono un primo passo per ridurre ansia e stress.
  • Antinfiammatori: se si usano di frequente valutare con il medico o il farmacista il tipo di prodotto più adatto e le dosi.

In conclusione, un problema così diffuso come il reflusso gastroesofageo va combattuto agendo su più fronti.

Scegliere i farmaci giusti, correggere lo stile di vita, non sottovalutare sintomi nuovi o improvvisi sono le mosse vincenti per stare meglio.

 

Bibliografia:

ECM Utet/Tema Farmacia: La malattia da reflusso gastroesofageo, in collaborazione con l’Università Federico II – Napoli

Manuale di medicina MSD/Merck

 

Articolo scritto il 26 febbraio 2023 dal Dr. Gabriele Nobili

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