Affrontare l’influenza in arrivo

Influenza: come difendersi?

Ogni anno l’influenza mette fuori combattimento diversi milioni d’Italiani.
Peggio ancora, per persone particolarmente fragili come gli anziani o chi ha malattie croniche (ad esempio diabete, malattie cardiovascolari, asma) l’influenza può essere estremamente pericolosa.

Diventa quindi importante cercare di evitarla, per noi e per non contagiare chi ci sta vicino.
I metodi sono diversi, e nella nostra farmacia se cerchi una soluzione naturale trovi anche quella: vieni a parlarne direttamente con noi.

Qui tratteremo di come proteggersi con i metodi tradizionali, in particolare con il vaccino, ma anche di come riconoscere l’influenza se ti dovesse colpire e cosa fare per alleggerire i sintomi.

Il vaccino: lo faccio sì o no?

In questi anni sui vaccini si sono sentite molte opinioni spesso basate su pregiudizi e non su basi scientifiche.
La realtà è che la vaccinazione ci ha protetto talmente bene da molte malattie che sono praticamente sparite: conoscete qualcuno che ha preso in questi ultimi anni difterite, tetano, poliomielite?

Probabilmente la risposta è no, ma queste malattie esistono ancora e fanno molte vittime in paesi dove non si è attivata una buona copertura vaccinale.
Da noi invece si è persa la memoria delle epidemie che per molti secoli ci hanno colpito e che, grazie ai vaccini, ora non capitano più; e così chi dice che i vaccini sono inutili ha vita più facile.

Il vaccino antinfluenzale è una prevenzione efficace contro l’influenza ma molti si chiedono perché vada rifatto ogni anno e, soprattutto, se è vero che può provocare lui stesso una forma simile all’influenza.

Virus influenzali che cambiano di continuo

L’influenza è trasmessa da quattro tipi di virus, di cui i ceppi A e B sono i principali; ogni anno il mix di queste quattro famiglie può cambiare e quindi già questo mette in crisi le nostre difese.

All’interno di questi tipi poi ci sono continue variazioni per cui spesso il virus dell’anno successivo, anche se della stessa famiglia A o B, è diverso dal suo “fratello” dell’anno precedente e quindi il nostro sistema immunitario, che ha una memoria dei “nemici” che ha già incontrato e combattuto, non lo riconosce e non alza le difese in tempo.

Avrai quindi capito che se ogni anno i virus sono differenti il vaccino dell’inverno precedente non è più efficace; per questo devi farne sempre un nuovo “di stagione”, aggiornato contro i virus del momento.

E a volte il vaccino contro l’influenza…

…può farti venire un po’ d’influenza.

Per fortuna non accade spesso, ma circa una volta su dieci si ha una forma leggera d’influenza causata dal vaccino.

Questo porta chi ha questo effetto collaterale a non rifare più il vaccino negli anni successivi, anche se bisognerebbe sentire il medico e farsi consigliare; ad esempio, se una persona si è vaccinata in un momento in cui aveva già un po’ di mal di gola o un inizio di raffreddore il vaccino può aver trovato il sistema immunitario in un momento critico e invece di essere di aiuto ha peggiorato la situazione.

Prima di rinunciare alla vaccinazione per le volte successive quindi chiedi un parere e soprattutto pensa anche a chi ti sta vicino: se vivi con bambini, malati cronici o parenti anziani non vaccinandoti li metti a rischio.

Tre tipi di vaccino

Il consiglio del medico ti serve anche per decidere che vaccino scegliere tra i tre tipi disponibili:

  • Vaccino a subunità: contiene delle piccole parti degli antigeni di superficie dei virus che stimolano il sistema immunitario.
    E’ indicato principalemnete nei bambini mentre negli adulti risulta meno efficace dei due che seguono.
  • Vaccino tetravalente: è il tipo più nuovo, contiene quattro tipi di virus (gli altri ne hanno tre) ed è considerato più efficace.
    E’ adatto agli adulti e la siringa ha un ago cortissimo perché si fa sotto pelle; recentemente ne è uscito un tipo non coltivato su uova ma con un metodo nuovo che lo rende a quanto pare più efficace.
  • Vaccino adiuvato: è un vaccino con tre virus ma con un componente che ne potenzia l’azione in persone che hanno il sistema immunitario meno efficiente.
    E’ quello consigliato in particolare agli anziani sopra i 65 anni.

Vaccino antinfluenzale: domande e risposte

Quando lo faccio e per quanto mi protegge?

Il periodo migliore per farlo è entro novembre, visto che l’influenza vera arriva verso fine novembre o primi di dicembre.
Il vaccino una volta iniettato ci mette circa due settimane per arrivare la massima protezione, che dura da quattro a sei mesi.

Chi si deve vaccinare?
  • Anziani
  • Malati cronici
  • Persone che lavorano a contatto col pubblico
  • Chi assiste anziani o persone a rischio
  • Persone che effettuano servizio pubblico come forze dell’ordine, sanitari e pompieri

Trovi un elenco più dettagliato nel Sito del Ministero della Salute

Molte di queste categorie possono fare gratuitamente il vaccino dal proprio medico o nelle strutture in cui lavorano.

Dovrebbe vaccinarsi anche chi vuole proteggere i suoi cari: la vaccinazione infatti difende anche chi non ha potuto vaccinarsi perché chi gli sta vicino non viene infettato dal virus.

Perché a volte non funziona?

In anni particolarmente sfortunati il virus muta rapidamente prima che sia finita la stagione, superando la barriera del vaccino; due anni fa ad esempio è arrivato all’improvviso una variante del virus inattesa che ha preso tutti di sorpresa.

Inoltre ci sono circa 250 virus che possono dare sintomi influenzali ma che in genere sono meno pericolosi e contro cui il vaccino non fornisce protezione specifica; chi ne viene colpito però non lo distingue dall’influenza “vera” e quindi pensa che il vaccino non abbia funzionto.

L’influenza però non è una malattia così grave da doversi vaccinare

L’influenza è una delle principali cause di morte in Italia.
Nel 2014 ad esempio ci sono stati quasi 9500 morti e comunque ogni anno se ne contano a migliaia.

Sono spesso anziani o persone con malattie croniche (del cuore o respiratorie ad esempio) ma non solo.
Il senso di tutti i vaccini, compreso quello dell’influenza, non è però proteggere solo chi è a rischio ma evitare che si ammalino gli altri, anche i più forti, in modo da ridurre la diffusione della malattia.

Riconoscere l’influenza

Durante i mesi invernali è facile ammalarsi a causa di infezioni da virus e batteri.
L’influenza è causata da virus che cambiano ogni anno e si riconosce dalla presenza di:

  • Febbre alta, che inizia improvvisamente.
  • Dolori muscolari e articolari (sensazione di essere stati “bastonati”), mal di testa
  • Sintomi respiratori: mal di gola, tosse, naso congestionato.
  • Grande debolezza e stanchezza, perdita dell’appetito.

Nell’influenza questi sintomi di solito ci sono tutti contemporaneamente.
Nei soggetti particolarmente a rischio (anziani, diabetici, cardiopatici ad esempio) si deve tenere sotto controllo la situazione perché spesso l’infezione apre le porte a batteri che aggravano la malattia, causando ad esempio infezioni polmonari.

Frequentemente specialmente nei bambini ci sono sintomi gastrointestinali: diarrea e vomito.

Niente antibiotico

Il loro uso in un’influenza è inutile perché I virus non sono colpiti dagli antibiotici.
In genere i sintomi sono acuti per cinque giorni durante i quali servono solo:

  • Farmaci: non servono a sconfiggere il virus ma sono utilissimi per ridurre i sintomi.come febbre e dolori, disturbi al naso (rinite), la tosse e il mal di gola.Ci sono molti prodotti che combinano più principi attivi per controllare con un solo farmaco tutti i sintomi ma alcuni componenti, in particolare quelli per la rinite, sono controinidicati nei ragazzi, in gravidanza, in caso di pressione elevata e in molte altre malattie croniche: chiedete sempre prima di acquistare.Molti antinfiammatori e antifebbrili sono vietati in gravidanza e se si usano farmaci anticoagulanti (in genere prescritti per gravi problemi cardiaci come il post-infarto).
    Il paracetamolo, ottimo antifebbrile e antidolorifico (ma non agisce sull’infiammazione) va usato negli adulti nel dosaggio di 500 mg da ripetere anche ogni 5/6 ore, quindi fino a 4/5 volte al giorno.

    Si sta diffondendo l’abitudine di usare il 1000 mg, nella convinzione che la quantità maggiore sia più efficace, quando in realtà questo dosaggio è nato per chi a dolori cronici e non per le forme influenzali.
    Usare un paracetamolo da 1000 più di due volte al giorno può dare un sovradosaggio che può anche essere pericoloso.

  • Riposo a letto
  • Bere molto

In caso di notevole peggioramento o sintomi che non diminuiscono dopo cinque giorni è necessario andare dal medico che, se verificherà la presenza di una contemporanea forma batterica, darà probabilmente un antibiotico.

L’antibiotico quindi serve solo in una fase avanzata della malattia se ci sono complicazioni.
Ripetiamo il consiglio di tenere d’occhio i più anziani, in particolare se vivono soli, in quanto l’estrema debolezza causata dalla malattia è pericolosa (possono ad esempio perdere l’equilibrio e cadere).

Come ridurre il contagio

I meccanismi che diffondono il virus sono:

  • Starnuti, che rilasciano una nuvola di goccioline di muco infetto nell’aria.
  • Mani infette di chi si è soffiato il naso o ha starnutito coprendosi la bocca con la mano, dove rimangono goccioline di muco.
  • Oggetti usati dal malato, ad esempio fazzoletti lasciati in giro, bicchieri, posate e piatti usati.

Le soluzioni per ridurre il contagio sono semplici:

  • Lavarsi spesso le mani o usare gel disinfettanti: questa precauzione è la più efficace di tutte e vale sia per chi è già malato che in questo modo riduce il contagio sia per chi è sano ma potrebbe essere venuto in contatto con mani o oggetti di persone malate.
  • Se si è già malati restare a casa per non contagiare altre persone, usare fazzoletti di carta e gettarli subito via.
    Cercare di ridurre il contatto con i famigliari, ad esempio evitando di mangiare o guardare la TV tutti insieme.
  • L’uso di mascherine di carta da parte del malato o delle persone che lo assistono più da vicino.

Molte di queste precauzioni possono sembrarti eccessive ma spesso fanno la differenza.
Inoltre sono talmente semplici che applicarle non richiede un grande sforzo, mentre il risultato possibile è importante: non ammalarsi.

 

Scritto il 4 ottobre 2018 dal Dr. Gabriele Nobili e aggiornato il 30 novembre 2018.

Aggiornato il 2 febbraio 2019

Aggiornato il 14 novembre 2019

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