Allergia ai pollini: gli alimenti che la peggiorano

Allergia ai pollini e interazioni con gli alimenti: cosa c’è da sapere

Certamente sai che l’alimentazione influisce sulla tua salute e che spesso con pochi accorgimenti e piccole attenzioni si può stare meglio senza fare grossi sacrifici.

Ciò è noto a tutti se parliamo di sovrappeso, diabete, colesterolo ma molti non sanno che anche le allergie ai pollini possono migliorare o peggiorare a seconda di cosa si mangia.

La cosa ti sembrerà sorprendente ma anni di studi e osservazioni dimostrano che circa un allergico su cinque ha un peggioramento della reazione ai pollini a seconda di cosa mangia.

Allergia crociata col cibo

L’allergia nasce da una reazione anomala e molto violenta ad alcune sostanze, molecole proteiche o loro parti, che sono presenti nei pollini e nella polvere di casa.
Alcuni frutti e verdure contengono molecole simili, anche se non uguali, a quelle presenti nei pollini e ne aggravano gli effetti.
Si parla in questi casi di allergia crociata, ed è molto frequente: su dieci allergici sette mostrano interazioni con il cibo.

Queste reazioni al cibo possono essere piuttosto evidenti, come nel caso della SOA (sindrome orale allergica) in cui l’alimento provoca prurito e gonfiore alle labbra e in bocca, un chiaro segnale che dovrà essere sempre evitato, anche al di fuori del periodo primaverile della pollinosi.

In molti casi però la risposta può essere molto debole e non percettibile, ma quando c’è il contatto con il polline a cui si è allergici le conseguenze sono più serie, perché l’alimento che crocia potenzia l’allergia ai pollini corrispondenti.

Attenzione a non fare confusione: in questo caso stiamo parlando di allergia, non di intolleranze alimentari che sono un’altra cosa.

Leggi anche: Farmaci senza ricetta contro l’allergia

I cattivi compagni: gli alimenti che peggiorano la tua allergia

Ecco le accoppiate dei pollini con gli alimenti che crociano.
Abbiamo indicato anche i periodi di fioritura che però, visti i cambiamenti climatici, possono variare anche di molto.

Frutta e allergia
Molti frutti peggiorano l’allergia

Betulla (periodo fioritura: febbraio-aprile)
Albicocca, arachide, banana, carota, ciliegia, fragola, finocchio, lampone, kiwi, mandorla, mela, nespola, noce, nocciola, pera, pesca, prezzemolo, prugna, sedano.

Graminacee (periodo fioritura: aprile-giugno)
Albicocca, anguria, arachide, arancia, cereali, ciliegia, fragola, lampone, kiwi, mandorla, mela, melone, pomodoro, prugna, sedano

Artemisia/ambrosia (periodo fioritura: luglio-settembre)
Anguria, banana, camomilla, carota, castagna, cicoria, ciliegia, finocchio, mela, melone, prezzemolo, sedano, tarassaco

Parietaria (periodo fioritura: aprile-settembre)
Basilico, ciliegia, melone, pistacchio

Allergia alla polvere: qui l’allergene è un piccolo insetto, l’acaro della polvere, i cui residui inalati provocano l’allergia.
Gli alimenti che crociano in questo caso sono gli animali a guscio, in particolare i crostacei e le lumache.

Ma allora, come mi comporto?

Avrai visto che alcuni pollini, ad esempio la betulla, crociano con moltissimi alimenti che quindi in teoria andrebbero tutti evitati.
Prima di fare scelte così drastiche e stravolgere la tua alimentazione valuta bene la situazione generale.

Se non hai una forma di allergia ai pollini estremamente grave, potresti provare a mangiare comunque gli alimenti “incriminati”, evitando però quantità eccessive e di abbinarli nella stessa giornata.
Quindi, tornando all’esempio della betulla, evita di mangiare nella stessa giornata fragole, lamponi e albicocche.

In realtà però non c’è una regola certa: l’allergia è imprevedibile e purtroppo col tempo tende ad aggravarsi e ad estendersi a pollini e alimenti che prima si tolleravano senza problemi.
E’ chiaro invece che se hai sintomi tipo SOA, cioè prurito alla bocca quando lo mangi, l’alimento “incriminato” va eliminato definitivamente dalla tua dieta.

Ci sono soluzioni contro l’allergia?

La soluzione più utilizzata, anche se solo per tenere sotto controllo l’allergia, è l’uso di farmaci antistaminici, alcuni anche di libera vendita senza ricetta.

Nelle forme più gravi, dove c’è anche broncospasmo, e nei bambini è necessario consultare un medico.

Ci sono anche dei protocolli di desensibilizzazione specifici, in cui vengono somministrate piccole quantità dell’allergene per “abituare” l’organismo in modo da ridurre la reazione allergica; tuttavia sono stati messi in discussione perché non sempre efficaci, specie nelle forme più forti.

Una via che si può provare, sebbene non nata espressamente per l’allergia, è fare un test alimentare e iniziare una dieta ad esclusione con poi graduale reinserimento degli alimenti.

Non si tratta di uno dei soliti test delle intolleranze alimentari, molto criticati per la scarsa affidabilità, ma di un percorso per ridurre l’infiammazione generale dell’organismo.

Basato su studi scientifici e sviluppato da immunologi, il Recaller Test può essere un metodo utile per modulare la risposta dell’organismo anche nelle allergie.

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